N.A.I.P. e l’uomo blasé: siamo travolti dalle informazioni

[…] Ogni giorno spunta nuova gente/ Seguita da un sacco di gente […]
E io che sono sempre stato una persona a cui più o meno piaceva seguire la gente seguita da un sacco di gente/ Oggi ho perso il conto e non riesco più a seguire un cazzo di niente[…]
— Attenti al loop, N.A.I.P.


La canzone Attenti al Loop di N.A.I.P. ha decisamente tutto per essere snobbata al primo ascolto. Su tutti una voce eccessivamente acuta, grazie al vocoder, ed un testo ripetitivo ai limiti del demenziale per il mercato della musica pop. Esattamente le due caratteristiche che, per altri, la rendono geniale. L’idea del cantautore uscito da X-Factor, tuttavia, è interessante anche per un ulteriore elemento: racconta lucidamente – in una manciata di frasi lapidarie – l’eccesso di prodotti legati all’informazione. Scegliere le notizie o definirsi davvero informati è impossibile di fronte alla massa di dati a cui siamo esposti. Un fatto che, come racconta la stessa canzone, porta a diventare insensibili di fronte a tutto. Qualsiasi cosa io possa amare o approfondire presto diventerà obsoleta e superata. Certamente non meritevole di attenzione duratura.

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Attenti al loop, a mio parere non è musicalmente il miglior pezzo di N.A.I.P, ma esegue una narrazione davvero singolare. Ad ogni verso aggiunge nuovo senso ad un testo solo apparentemente non sense. Il dipinto che ne esce è quello dell’individuo schiacciato da una massa di informazioni che lo rendono prima schizofrenico, poi alienato ed infine solo annoiato. Il suo tono leggero rappresenta proprio la rinuncia, solo apparente, a dire qualcosa di profondo in una canzone. Cosa che, invece, nella realtà arriva a fare, eccome.

Il concetto è sorprendentemente simile a quello espresso da studiosi come l’antropologo Thomas Hylland Eriksen. I prodotti di consumo e le informazioni, ci spiega quest’ultimo, sono arrivati ad un punto in cui l’offerta ha superato la domanda. Ci viene proposta una quantità di merce da comprare e di cultura da consumare (apprenderla tutta è impossibile), davvero enorme. Difficile pensare anche solo di avvicinarvisi in una vita. Ecco che Eriksen conclude: “C’è decisamente troppa informazione in circolazione. Una competenza cruciale nella società dell’informazione consiste nel proteggersi dal 99,99% dell’informazione che viene offerta ma non si desidera”.

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Scegliere le informazioni diventa impossibile, perché anche solo distinguere i frammenti essenziali di ogni dato nel “rumore generale” è impossibile. Il processo di scelta diventa, così, praticamente casuale. Nella musica questo fatto è particolarmente evidente. Come spiega il sociologo Zygmund Bauman, riferendosi agli studi di Bill Martin.

“Nel caso della musica leggera, tutti gli stili retrò immaginabili, insieme a tutte le forme concepibili di riciclaggio e di plagio, che contano sulla brevità della memoria del pubblico per travestirsi da ultime novità, si trovano stipati nell’unico, limitato intervallo di attenzione egli appassionati di musica”.

Su decine di generi e sottogeneri esistenti, insomma, il pop – o comunque la musica più commercializzata, quella che passa alla radio – cerca di inglobare in pochi minuti di canzone tutte le informazioni che derivano da secoli di musica classica, decenni di rock, blues, elettronica e tanto altro. Peccato che l’attenzione del consumatore di musica, l’ascoltatore, si esaurisce di norma in qualche decina di secondi se va bene.

Anche a N.A.I.P. tutto questo non sfugge:

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[…] E poi ogni giorno scopro nuovi dischi bellissimi
Che non riesco ad approfondire perché
Ogni giorno scopro nuovi dischi bellissimi
Che non riesco ad approfondire  […]

Perché ogni giorno spunta nuova gente
Seguita da un sacco di gente
Che ha fatto un nuovo disco bellissimo
In cui ha qualcosa da dire
più di qualcun altro

Ma in maniera diversa
Ma la stessa cosa  […]

E allora mi chiedo che senso ha
Ora per me dire qualsiasi cosa
Approfondire qualsiasi concetto […]

Da chiunque esso sia
Così sia, così è, così c'è più nulla
Di veramente importante da amare

Il risultato è quello che Georg Simmel chiamava l’uomo blasé: colui che ha una sensibilità attutita rispetto alla differenza tra le cose. Percepisce l’arrivo di novità, ma non si fa trascinare, le differenze tra le cose gli paiono irrilevanti. Colui il quale, ogni qualvolta riceve una notizia, reagisce in modo indifferente. Anche di fronte ad una novità musicale, ad esempio, tende a percepirla come irrilevante. Tutto ha lo stesso peso specifico per lui: all’incirca zero. Sa che anche se si appassionasse a questo o quel nuovo artista, non riuscirebbe a saperne abbastanza. Qualcuno lo conoscerebbe più di lui e comunque, in ogni caso, a breve sarebbe surclassato da un nuovo musicista che – ancora una volta – dovrebbe imparare a conoscere.

Questa è la malinconia del consumatore – conclude Bauman – il rifiuto di conoscere solo questo o quello. Meglio non conoscere, poco o nulla, di tutto. Cavalcare le stimolazioni senza particolare entusiasmo. Approfondire ogni cosa diventa inutile. Appunto, “c'è più nulla Di veramente importante da amare”.