L’universo mascherato
L’altro giorno sono andato a fare la spesa. E fin qui niente di strano. Se non fosse che era la prima volta, nell’ultimo mese e mezzo, che toccava a me questo compito. Una commissione come tante, prima della quarantena: oggi l’unica possibile. Scendendo dall’auto, nel parcheggio del supermercato, ho indossato guanti e mascherina in modo goffo, ma fingendo nonchalance. Una volta dentro, ho percorso il serpentone formato da tavolini e nastro di plastica, per poi lasciarmi provare la febbre. Una procedura, un po’ come quella dei check in dell’aeroporto, che sei talmente preso a fare secondo le regole, da estraniarti dal contesto in cui ti trovi. Solo quando, sterzando col carrello, ho imboccato la prima corsia del supermercato ho realizzato. Certo, è da settimane che vedo solo persone con la mascherina in tv, quando si riprende la vita vera, la fuori. Eppure, la protezione di casa mi aveva impedito di mettere a fuoco. Evito una signora mascherata che sta per fare un frontale col mio carrello. Spostandomi sulla destra mi è impossibile non infrangere il metro di distanza da un tizio mascherato piuttosto alto. Dagli occhi sembra che stia sorridendo. Ha visto la scena e solidarizza con me, immagino. Più avanti una donna anziana mascherata, impassibile, è tutta intenta a scegliere i biscotti più adatti per la sua colazione in quarantena. Una giornata come un’altra, nell’Universo Mascherato. Una realtà che, come vedremo poi, ci destabilizza per varie ragioni.
La stessa cosa che dev’essere toccata, in misura amplificata, a quei tre astronauti – due americani ed uno russo – rientrati questa settimana dalla Stazione Spaziale Internazionale. In orbita da più di 200 giorni, si sono visti accogliere da un team molto ridotto, in cui tutti indossavano una mascherina. “È surreale – hanno spiegato – è come se tornassimo in un pianeta completamente diverso”. Ai poveretti toccherà anche una doppia quarantena, perché si ritiene che il viaggio abbia abbassato le loro difese immunitarie.
Quello degli universi paralleli, differenziati dal nostro anche per piccoli dettagli, è un’immaginario suggestivo. L’arte, da almeno 150 anni, ci pesca dentro a piene mani. Che dire, per restare sul recente, dell’esilarante puntata dei Griffin in cui il cane Brian ed il piccolo Stewie finiscono nell’universo dove sono disegnati da Walt Disney, in quello post-apocalittico dove Nixon ha vinto le elezioni del 1960 contro Kennedy, ed infine diventano un cane ed un bambino in carne ed ossa. L’universo di Rick e Morty è interamente basato su questo concetto. Gli hanno più volte attinto alla fonte, con esiti esilaranti.
E dunque, cosa passerebbe per la mente ad un viaggiatore dello spazio-tempo, che si ritrovasse all’improvviso nel nostro universo mascherato? Le stesse cose che penserebbe il me stesso di qualche mese fa. Beh, per prima cosa tutta questa gente col viso coperto è allarmante. Le mascherine, PRIMA, le indossavano principamente i malati. Che siano tutti infetti gli abitanti di quest’universo? Certamente qualcuno spiegherebbe al viaggiatore che adesso le mascherine servono per proteggersi dal Covid-19. Bisogna guardarsi da chi non la indossa. È a loro che si deve l’esplosione del contagio, direbbero. Ma questo non semplificherebbe affatto le cose, per il poveretto, ancora più confuso. Eh sì, perché in realtà le mascherine sono – idealmente e praticamente – un accessorio ambiguo.
Proteggono me oppure gli altri? In realtà – a meno che io non abbia effettuato un tampone – non lo posso sapere. Sarà quell’estraneo incrociato nella corsia del supermercato a potermi infettare, o magari sono io l’asintomatico untore? Certo, mi sento bene, ma chi può saperlo? Sanità e malattia si mescolano dietro la maschera, che indica solo la presenza di un’epidemia in atto: non lo stato di salute di chi la indossa. Inoltre le mascherine non sono tutte uguali. Al di là di quelle fornite da molte regioni, che sembrano non proteggere proprio nessuno, i tipi più diffusi sono molto diversi tra loro. Se ne indosso una chirurgica, allora difendo gli altri da me (non viceversa). Se, invece, metto una di quelle col filtro, allora tutelerò la mia salute dagli altri, filtrando l’aria che respiro. Dunque, è evidente, l’ambiguità degli usi e dei significati della mascherina è enorme.
L’unica cosa da cui sicuramente protegge gli abitanti dell’universo mascherato è il biasimo – e la paura - degli altri cittadini, oltre che delle autorità. Le indossano perché, nell’incertezza generale in cui si trovano, devono arginare la propria paura dell’altro generalizzato, che non conoscono. La mascherina di questo universo mascherato è l’accessorio di base per essere socialmente accattato. Uomo mascherato: buono. Volto scoperto: cattivo. Davvero Paradossale, per il viaggiatore dello spazio-tempo. Anche perché chi può dire se il concetto di mascherato-buono e quello di sano coincidono. Il viaggiatore, con ogni probabilità, assocerebbe a Pirandello questa ambiguità.
Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti