La Profezia della Fase due
Dal momento in cui ci siamo rinchiusi in casa il nostro rapporto con quella che, di norma, definiamo realtà è stato inevitabilmente mediato. A mantenere, in qualche modo, un legame con il mondo ci hanno aiutato le poche uscite di casa - per la spesa o l’acquisto di generi di prima necessità - e soprattutto la rappresentazione che i vari media hanno costruito. Televisione, radio e social network costituiscono il nostro ponte principale per arrivare alle informazioni che cerchiamo. E se le cerchiamo, è evidente, è solo per definire la situazione in cui ci troviamo. La quarantena sta per terminare? Gli ospedali si stanno svuotando? Le strade si stanno lentamente ripopolando? Tutte domande a cui, chi è a casa, non può più rispondere attraverso l’esperienza diretta. Quest’idea che ci formiamo della realtà, nel momento in cui si trasforma in azioni concrete, rischia di incidere in modo decisivo sulla realtà stessa. Un meccanismo che si rivelerà cruciale per il buon esito della cosiddetta fase due. Dall’epica al cinema, passando per la letteratura, è un meccanismo ha arricchito le opere di ogni epoca.
Come spiega il sociologo Romolo Capuano in un suo recente articolo diversi studi hanno attribuito un ruolo essenziale ai media nella corsa di molti italiani ad accumulare scorte di disinfettanti, carta igienica e generi alimentari. Essere bombardati da immagini di code al supermercato e scaffali vuoti ha di certo avuto il suo ruolo ne far percepire un’emergenza legata ai beni di prima necessità.
Lo stesso Capuano sottolinea come un altro spunto di riflessione interessante ce lo offra la cosiddetta “profezia che si autoavvera” di Robert Merton, ovvero: “una supposizione o profezia che per il solo fatto di essere stata pronunciata, fa realizzare l’avvenimento presunto, aspettato o predetto, confermando in tal modo la propria veridicità”. In quest’ottica è bastato che in molti supponessero che i supermercati si sarebbero svuotati, affinché questi si svuotassero davvero.
Un meccanismo che funziona sulla base di tre fasi ben precise:
1)Convinzione: durante le epidemie i supermercati si svuotano
2)Aspettativa: tutti in questi giorni stanno prendendo d’assalto i supermercati, i prodotti stanno finendo
3)Comportamento: corro al supermercato, prima che sia finito tutto.
Ecco che, con le mie azioni, ho trasformato una convinzione in realtà. Molti supermercati si sono effettivamente svuotati.
Tra cinema e letteratura non mancano esempi illuminanti di profezie che si autoavverano. Un caso recente è quello di Harry Potter di J.K Rowling. Dal momento in cui viene formulata la profezia secondo la quale un neonato avrebbe portato Lord Voldermort alla morte, quest’ultimo cerca con tutte le sue forze di uccidere Harry, finendo per morirne.
Anche il film Matrix contiene una scena illuminante, per comprendere il concetto di profezia che si autoavvera. Quando Neo (Keanu Reevs) visita l’oracolo, questo lo invita a non proccuparsi per un vaso. Neo si gira, chiedendo di quale vaso si tratti e finisce per romperne uno alla sua sinistra. Ecco che l’oracolo osserva, in modo acuto: “La domanda successiva che ti frullerà nel cervello sarà: ‘lo avrei rotto lo stesso se lei non mi avesse detto niente?’”. Ecco qui la profezia.
Un dubbio affascinante, che potrebbe aiutarci a prevedere quali saranno i comportamenti degli italiani all’inizio della fase due. Quanto potranno incidere sugli eventi reali le profezie che si fanno sul ritorno alla normalità? In maniera considerevole credo. E non sempre con esiti positivi.
Ad esempio, se in molti prevedono che la fine del lockdown sarà una sorta di libera tutti - per recuperare dopo il periodo di quarantena - ecco che tanti sceglieranno di uscire di casa e darsi alla pazza gioia, cercando di non essere da meno. Se così fosse, indipendentemente dal testo del nuovo decreto, dunque, la riapertura si trasformerebbe in un libera tutti. Ripercorrendo il meccanismo a tre fasi:
1)Convinzione: Finito il lockdown le strade finiranno per riempirsi di nuovo
2)Aspettativa: Presto tutti se ne fregheranno dei divieti.
3)Comportamento: Esco di casa senza pormi limiti.
Ecco che la profezia si autoavvera e le strade si riempiono di nuovo.
Le conseguenze, in questo caso, non possono che essere rischiose dal punto di vista sanitario. Ecco spiegata, insomma, anche la prudenza manifestata dai media in questi giorni. Se sentiamo dire con molta insistenza frasi come “la fase due non sarà un libera tutti” e “tutto tornerà alla normalità, ma con molta calma” ad esempio, e viceversa nessuno si sogna di dire che “l’emergenza è finita” e “possiamo tornare a riabbracciarci” è perché enunciare una profezia di questo tipo potrebbe portarla a compiersi.