Perché ce la siamo spassata tanto a sfottere DiCaprio?

Finalmente è successo: DiCaprio ha trionfato nella notte degli Oscar come migliore attore protagonista. Che cio’ sia avvenuto nelle prime ore del 29 Febbraio, una data che si presenta ogni quattro anni, non fa che aggiungere materiale alla leggenda di questo formidabile attore che sembrava del tutto inviso all’Academy. A rendere ancora più sentito l’evento ci si sono messi i miliardi di meme e di video virali che dal 2014, quando a soffiargli la vittoria fu l’amico Matthew McConaughey, prendono inevitabilmente in giro Di Caprio per la mancata vittoria della statuetta più desiderata di Hollywood. Ma perché tutto questo accanimento verso il povero Leo? Personalmente fino a questa mattina credevo si trattasse di invidia: la cara vecchia invidia. Cosa può spingere milioni di ragazzini, mi dicevo, a sfottere il più acclamato divo di Hollywood della sua generazione se non il loro desiderio irrealizzato di successo sfogato verso l’unico neo nella vita di Di Caprio?

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Questa mattina l’illuminazione: le bacheche dei social non erano più piene di sfottò quanto invece di esultanze, per lo più di ragazzine lo ammetto, ma anche di meme celebrative. Vuoi vedere che tutti questi “leoni da tastiera” erano tutti segretamente schierati dalla parte di Leo? Eh sì, perché lo ammetto: anch’io un po’ per l’empatia che nelle sue interpretazioni ha saputo trasmettermi e un po’ proprio per non volermi più sorbire i social network presi d’assalto dai suddetti felini da consolle, ho sempre parteggiato per il lupo di Wolf Street. A giudicare dai festeggiamenti che oggi, lunedì 29 Febbraio infame di un anno bisestile, le persone che sono state alzate fino alle tre di notte solo per assistere alla premiazione hanno imbastito non posso che concludere che il mondo tifasse beffardamente per lui di notte sfottendolo aspramente alla luce del sole. Ma del resto non è proprio ciò che ci piace vedere nei film? Un protagonista bistrattato da amare e per cui fare il tifo quando la sorte che la trama gli ha riservato sembra essergli avversa. La ricetta è proprio quella di un film di successo, ma non uno a caso: è esattamente la trama di Revenant, la pellicola per cui DiCaprio è stato premiato la scorsa notte. E poi le chiamano fatalità: Leo non solo ha dovuto farsi sbranare da un orso, ricoprire da formiche rosse, scuoiare un cavallo e accoccolarcisi dentro e camminare al freddo e al gelo con una gamba rotta per accaparrarsi il favore dell’Academy sul set, ma ha dovuto ripercorrere la stessa trafila di umiliazioni e difficoltà nella vita reale (e sul web) per attirare le simpatie del pubblico. Se non l’ha fatto cadere lui il muro tra realtà e finzione…